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Biscotti di Prato

Conosci i biscotti alle mandorle di Prato? Se non li hai mai assaggiati non conosci la loro friabilità, che è ben diversa da tutti gli altri cantucci toscani. I biscotti di Prato hanno un sapore unico e sono diventati il simbolo della tradizione enogastronomica della città. La loro origine è antica e la loro esatta data di nascita è difficile da determinare, ma è certo che i "bischotelli" con le mandorle erano già presenti sulle tavole medicee e venivano donati e apprezzati dai nobili dell'epoca.

Un riferimento specifico a questo dolce si trova in un manoscritto pratese del XVIII secolo, ma è stato Antonio Mattei nel 1858, aprendo il suo biscottificio omonimo ancora in attività, a perfezionare la ricetta e a creare il delizioso biscotto alle mandorle. Grazie alla sua intraprendenza, il biscotto è diventato noto e apprezzato anche a livello internazionale, vincendo premi a Londra nel 1862 e a Parigi nel 1867.

La ricetta originale, segreta, tradizionale e "inossidabile", di cui il biscottificio Mattei è il custode, è rimasta invariata da più di 150 anni. La passione di allora, l'amore per i prodotti artigianali, l'attenzione nella scelta degli ingredienti e la cura nella produzione e nell'incarto nel caratteristico sacchetto azzurro/blu, in omaggio al Blu Savoia per l'Unità d'Italia, rendono questo prodotto riconoscibile e inconfondibile. Intellettuali come Hermann Hesse e Curzio Malaparte, stilisti, artisti (anche Anna Magnani, quando passava da Firenze, si faceva appositamente portare a Prato per acquistarli), viaggiatori… sono tanti gli estimatori di questo biscotto.

Oltre all’antico biscottificio, sono nate altre attività produttive e commerciali che, con il riconoscimento dell'IGP, si sono riunite in un Consorzio per la tutela e valorizzazione del biscotto di Prato. Sono infatti ormai numerosi i fornai e maestri pasticceri che ogni giorno sfornano questo meraviglioso dolcetto per il piacere di grandi e piccini. È consiglio antico inzuppare brevemente i biscotti, uno per uno, prima di portarli alla bocca, nel bicchiere di vinsanto che è indispensabile accompagnamento di questo famoso dolce di Prato.