L'opera, che ha una base di 10 metri e un'altezza e profondità di 9 metri, è stata posizionata in un punto strategico della viabilità cittadina, tra il bastione San Giusto e l'ingresso dell'ospedale vecchio, nel giugno del 2022. Rappresenta un simbolo di ripresa dopo la battuta d'arresto causata dalla crisi del Covid.

La struttura di Spindles è modulare e composta da cinquanta elementi di acciaio e alluminio, ognuno dei quali diviso in tre parti accoppiate. La scultura assume un aspetto fortemente organico e nel suo sviluppo ricorda un essere vegetale. Ogni pezzo è innestato con angolazioni diverse, creando una sorta di algoritmo naturale che si situa tra natura e scienza, tecnologia e matematica.

Per la realizzazione di questo progetto, l'artista ha preso ispirazione dalla conoscenza della tradizione tessile di Prato, legata al suo rinomato distretto tessile. Ha scelto di utilizzare uno dei simboli più iconici di questo settore: i fusi. I fusi sono strumenti utilizzati per filare e si adattano perfettamente a rappresentare un momento di rinascita lavorativa per questo importante settore. Questa scultura, tuttavia, non può essere interpretata con una sola soluzione, ma rappresenta anche una valutazione sociale di una città caratterizzata da pluralismo e collettività dinamica, abbracciando i valori che sono cari ai lavoratori pratesi. Loris Cecchini conosce bene Prato e la sua vocazione alla contemporaneità. Ha collaborato con il Centro Pecci e il Comune anche per realizzare Waterbones, un’installazione permanente allestita sulla facciata della Biblioteca Lazzerini.